Quando si parla di Formula 1, è impossibile non citare IL PILOTA, quello che più di tutti è entrato nella storia di questo sport.
7 mondiali vinti.
68 pole position.
308 gare.
È con questi numeri da capogiro che oggi voglio introdurre il protagonista delle competizioni degli ultimi 20 anni: Michael Schumacher.
Nato il 3 Gennaio 1969 a Hürth, in Germania, da una famiglia modesta, il protagonista di questa storia inizia a correre con i Kart all’età di 4 anni. Dopo aver raggiunto traguardi straordinari nelle categorie minori, Schumacher debutta in F1 nel 1991 al volante della Jordan per sostituire Bertrand Gachot, arrestato poco tempo prima a Londra.
E’ proprio durante il suo esordio che il giovane pilota guadagna l’attenzione di tutti e ottiene il sedile delle Benetton per la stagione successiva.
La storia con la scuderia Italiana è l’inizio di un idillio che vedrà Schumacher protagonista.
È proprio in questo periodo che il giovane tedesco incontra la rivalità di Senna, che viene accusato di aver ostacolato il nuovo arrivato nel GP del Brasile. I due litigano animatamente dopo il GP di Francia quando, a causa di un tamponamento, devono abbandonare la gara la Primo giro.
A partire dal 1993, la Benetton ottiene i motori Ford, con i quali diventa assai competitiva. In questo periodo Schumacher scala diversi podi e, l’anno successivo festeggia il suo primo mondiale. Il tedesco inizia a vincere sin dalle prime corse, trovando poi diverse complicazioni. Il 1994 è stato, in generale, un anno difficile per la storia di questo sport. Durante il weekend di Imola perdono la vita Roland Ratzenberger e Ayrton Senna. È proprio a seguito di questi eventi che Schumacher diventa presidente della Grand Prix Drivers’ Association, un’unione tra piloti al fine di migliorare e mantenere gli standard di sicurezza. In quell’anno il giovane tedesco è protagonista anche di una vicenda assai spiacevole con Damon Hill. Quest’ultimo lo accusa di non aver scontato la penalità assegnata dalla FIA dopo averlo superato nel giro di cognizione. Schumacher viene quindi squalificato per 3 gare. Alla fine della stagione lui è Hill arrivano a giocarsi il mondiale con la differenza di un solo punto sulla classifica piloti. Come finirà ormai è storia…
L’anno successivo, nel 1995, il tedesco vince il suo secondo e ultimo titolo con la Benetton. Dal 1996, infatti, Schumacher firma con la Ferrari, che lo vedrà diventare una vera e propria leggenda.
I primi anni a Maranello non risultano particolarmente brillanti per il pilota che, nonostante i numerosi podi e vittorie, non riesce ad ottenere il titolo.
I risultati sperati arrivano a partire dal 2000, quando Michael vince il suo primo mondiale con la Ferrari. Dopo una stagione di alti e bassi, il tedesco riesce a ottenere il titolo con una gara d’anticipo: a Suzuka.
L’anno successivo la Rossa era assai competitiva: dopo alcuni problemi di affidabilità ai danni della McLaren, Schumacher lotta all’ultimo punto contro David Coulthard. Anche nel 2001 il Tedesco taglierà il traguardo per primo aggiudicandosi il suo quarto titolo mondiale. Lo vedremo ancora trionfare come campione del mondo nei successivi tre anni.
Nel 2002 Schumacher si conferma vincitore con 6 gare d’anticipo, nel 2003 batte il record detenuto da Fangio da ben 46 anni, nel 2004 vince 13 gare su 18 e sbaraglia la concorrenza.
Questi sono gli anni d’oro, quelli che rimarranno nel cuore di ogni ferrarista e di ogni amante di questo sport. Questi sono gli anni delle maree rosse. Questi sono gli anni in cui la scuderia di Maranello è invincibile.
Dopo un 2005 deludente e un 2006 al secondo posto dietro un giovane Fernando Alonso, Michael decide di ritirarsi dalle corse. Al termine di un vittorioso Gran Premio di Monza, il ferrarista annuncia il suo addio alla Rossa. Un momento commovente che lascia giornalisti e pubblico senza parole.
Negli anni successivi, il tedesco partecipa come consulente ad alcune gare e diventa terzo pilota e collaudatore della scuderia. Nel 2009 sostituisce Felipe Massa e, l’anno successivo, rientra ufficialmente nelle competizioni a bordo della Mercedes, dove rimase fino al 2012.
Nonostante il “Keiser” fosse ritornato in pista, nel cuore dei ferraristi qualcosa si era spezzato. Gli anni di gloria erano ormai giunti al termine e l’eroe di milioni di tifosi della Rossa indossava ormai la divisa del nemico.
Nel 2013, durante una vacanza sugli sci in Francia, Michael Schumacher è vittima del terribile incidente che lo porterà ad abbandonare per sempre il mondo dei motori. Ancora adesso, dopo 7 anni si hanno poche notizie riguardo il suo stato di salute, dato il costante riserbo della famiglia.
Michael Schumacher è stato un raggio di luce nel mondo di questo sport e, soprattutto, della Ferrari, che non vinceva un mondiale dal 1979.
Capace di far sognare generazioni intere, anche coloro che non si sono mai appassionati a questo sport ricordano perfettamente gli anni del Keiser.
Schumacher è l’uomo che ha acceso lo spirito ferrarista e italiano in ognuno di noi, ci ha resi fieri dei nostri colori e si è insediato nei cuori di tutti nonostante non fosse un nostro connazionale.
Oggi sembra ancora di vederlo lì, su quel podio, mentre festeggia l’ennesima vittoria. È una domenica d’estate e il sole entra dalle finestre mentre la televisione sintonizzata sul Gran Premio riunisce tutta la famiglia davanti a quello spettacolo. La Ferrari raggiunge il gradino più alto e lo champagne cade a piccole gocce mentre il sorriso di tutti gli italiani si colora di rosso.
Nonostante la mia giovane età, ricordo ancora quella felicità, quell’emozione che lasciava tutti a bocca aperta, quella telecronaca che pronunciava il suo nome e i migliaia di tifosi in festa…
Questo articolo è dedicato ad un campione indiscusso, ad una leggenda senza precedenti, ad un uomo che ha cambiato la storia della Formula 1. Queste righe sono per lui.