Si è chiuso un ciclo e deve forzatamente aprirsene un altro. La brutta sconfitta dell’Italia di Roberto Mancini contro l’Argentina ha di fatto concluso l’ultimo quadriennio azzurro, pieno più che mai di contraddizioni. La vittoria degli Europei, ma anche la mancata qualificazione ai Mondiali di Qatar 2022, che ha cancellato la gioia della vittoria dell’anno passato nella rassegna continentale. Da Wembley a Wembley, in meno di un anno si è passati dall’essere campioni d’Europa dopo 53 anni e all’essere maltrattati dall’Argentina. Ora però è tempo di ripartire e pianificare il prossimo biennio, che porterà prima a Euro 2024 e poi ai Mondiali 2026.
Il compito che attende Mancini non è assolutamente facile e certamente non solo per l’addio di Giorgio Chiellini alla maglia azzurra. Il c.t. deve cercare formare un gruppo partendo dai tanti chiacchierati giovani. Diciamolo subito, la situazione non è così disastrosa come alcuni vogliono far credere. In porta c’è Donnarumma, che con i suoi 23 anni può essere una garanzia per tanti anni, a patto che metta da parte le tante incertezze avute in questa stagione e forse un ritorno in Italia potrebbe giovargli molto. In difesa il perno del futuro deve essere Bastoni, anche lui classe ’99 e forse con un futuro prossimo lontano dall’Inter. Sulle fasce fa ben sperare il ritorno di Spinazzola, la conferma di Di Lorenzo e, perché no, la riscoperta del campione d’Italia Calabria. In mezzo ci sono i 25 anni di Barella, i 23 di Locatelli e i 22 di Tonali, più qualche giovane interessante come Fagioli. Probabilmente la situazione che desta più preoccupazione a Mancini è proprio l’attacco, dove ci sono Raspadori e Scamacca, che però giocano nel Sassuolo 11esimo nell’ultimo campionato di Serie A, idem per il 29enne Berardi. Ci sono sempre i “vecchi” Immobile, Insigne e Belotti, ma bisogna capire cosa riusciranno a dare alla causa azzurra nelle prossime stagioni. Bisogna sperare in qualche talento sperduto, come Kean e Pellegri, ma con tutte le incognite dei rispettivi casi.
Ci sarà da lavorare in casa Italia e qualcosa si capirà già da sabato contro la Germania, perché la Nazionale 4 volte campione del mondo non può e non deve fare figure da sparring partner come quella vista contro Messi e compagni. Non si può e non si deve, con qualsiasi formazione si scenda in campo. Siamo l’Italia, destiamoci.