“Giovani non ce ne sono”, questo è stato il ritornello che si è sentito nel post-Macedonia. L’Italia campione d’Europa non aveva gli elementi per il necessario ricambio dopo aver mancato per la seconda volta di fila la qualificazione ai Mondiali. I primi impegni della Nations League stanno smentendo decisamente questa teoria cospirazionista. I giovani ci sono, basta farli giocare. Uno di questi è Federico Gatti, difensore che ha giocato con il Frosinone nella stagione passata e di proprietà della Juventus. Gatti non sarà giovanissimo anagraficamente, è classe 1998, ma è un neonato calcistico visto che due 2 anni fa giocava nei dilettanti. Il gigante piemontese ha fatto il suo esordio con la maglia azzurra contro l’Inghilterra, concedendo poco o nulla a gente come Abraham e Sterling, non proprio gli ultimi due arrivati. Certo, una partita come una rondine non fa primavera, ma se la Juventus a gennaio ha investito 7,5 milioni di euro su questo ragazzone di 190 cm qualche motivo ci sarà.
Il percorso di Gatti ricorda la storia di Moreno Torricelli, che in poco tempo passò dai campi dilettantistici alla Juventus, diventando un perno della difesa bianconera e poi della Fiorentina, oltre che della Nazionale. Il caso-Gatti conferma per l’ennesima volta che i buoni giocatori italiani ci sono, basta notarli e soprattutto farli giocare. L‘Italia di Mancini in queste partite di Nations League fa aumentare i rimpianti per quello che poteva succedere nell’immediato post-Europeo, ma non tutti i mali vengono per nuocere. Il nuovo corso azzurro non avrà molti lustrini, ma sembra estremamente pratico come è sempre stata la storia azzurra pallonara dell’ultimo secolo. Quella che ci ha portato a vincere 4 campionati del mondo, senza dover copiare nessuno. Questo Mancini sembra averlo capito, troppo tardi per il Qatar, ma in tempo per il futuro del calcio italiano. Almeno si spera.