L’erba non è certamente la sua superficie preferita, ma la sconfitta all’esordio sul verde di Eastbourne può essere un segnale d’allarme per Jannik Sinner. L’altoatesino non sta vivendo certamente la sua miglior annata, condizionata da qualche problema fisico e dai cambi di coach. Lunedì c’è l’appuntamento più importante dell’anno tennistico, c’è Wimbledon. Mentre Berrettini arriva con i galloni di favorito dopo i successi a Stoccarda e al Queen’s, Sinner arriverà all’All England Club accompagnato da tante incognite. Il bilancio del quasi 21enne azzurro nell’anno in corso parla di 27 vittorie e 9 sconfitte, contornato dal numero 13 Atp, numeri che però non spiegano bene una certa involuzione di Jannik. Negli ultimi mesi Sinner non ha dato quella sensazione di brillantezza e forza mentale che ne hanno contraddistinto i migliori periodi nelle ultime stagioni.
Come detto le prestazioni dell’azzurro saranno state certamente condizionati dal triplo cambio di coach avvenuto nelle ultime settimane, da Piatti a Vagnozzi fino all’arrivo di Darren Cahill, che ha “esordito” al fianco di Sinner proprio a Eastbourne. Ex tennista australiano dai discreti risultati (22 del mondo nel 1989 il suo best ranking), dopo il ritiro dall’agonismo Cahill è rimasto nell’ambiente diventando un allenatore piuttosto stimato. Fu lui a portare il collazionale Lleyton Hewitt a diventare il più giovane n°1 della classifica ATP; così come fu lui a lavorare con Agassi nell’ultima parte di carriera dell’americano, quando nel 2003 il Las Vegas Kid divenne di contro il più anziano n°1 del mondo. Tra i tennisti che si sono affidati ai suoi servizi anche Andy Murray e Fernando Verdasco; e per entrambi furono tappe fondamentali nella crescita. Insomma l’australiano è un “rigeneratore”, forse quello che serve a Sinner, che sta affrontando un periodo delicato, ma probabilmente fondamentale della sua crescita fisica e mentale. Forza Jannik, a Wimbledon per tornare a far esclamare gli oooh di meraviglia al mondo del tennis.