“Non vengo ricordato come campione d’Europa, ma come l’attaccante che ha fallito due qualificazioni mondiali”, parole e musica di Ciro Immobile dal ritiro dell’Italia di Mancini a Coverciano. Un caso più unico che raro quello che riguarda il centravanti di Torre Annunziata, un caso che probabilmente avrebbe messo in crisi anche Hercule Poirot o Sherlock Holmes. Può apparire bizzarro discutere il quattro volte capocannoniere della Serie A, che nella carriera nei club vanta 265 gol fatti in 463 presenze e che anche in questa stagione è partito benissimo con la maglia della Lazio. Ma, come dice l’investigatore di Baker Street, non c’è niente di sfuggevole dell’ovvio. Il “processo” azzurro a Immobile parte dal 24 giugno 2014: Italia-Uruguay = 0-1. Alla squadra allenata allora da Cesare Prandelli basta un pareggio per andare avanti nei mondiali brasiliani, ma una capocciata nel finale di Godin elimina gli azzurri e quella è a tutt’oggi l’ultima partita disputata dalla Nazionale italiana maschile di calcio nella fase finale di un campionato del mondo. Immobile fu schierato titolare in coppa con Balotelli, ma non ci fu nulla da fare. Primo indizio.
13 novembre 2017, una delle date più tristi della storia del calcio nostrano: Italia-Svezia = 0-0. Gli azzurri devono ribaltare lo 0-1 dell’andata, ma in un San Siro incredulo non riescono a superare il muro svedese e il passaporto per Russia 2018 resta nel cassetto. Immobile fu schierato titolare dal c.t. Ventura, in coppia con Gabbiadini. Secondo indizio. 24 marzo 2022, l’ultima grande delusione del calcio italiano: Italia-Macedonia del Nord = 0-1, gli azzurri dovevano vincere per affrontare il Portogallo per l’ultimo passo verso i Mondiali di Qatar 2022. Immobile è stato schierato al centro dell’attacco, con Berardi e Insigne. Terzo indizio.
In mezzo a questi disastri sportivi c’è stata la vittoria dell’Europeo, che Immobile rivendica. Caro Ciro, hai segnato 2 gol in 7 partite, nel girone e neanche decisivi (il secondo nel 3-0 alla Turchia e il terzo nel 3-0 alla Svizzera). A 32 anni suonati un po’ di sana autocritica servirebbe pure, o no? (il tono è lo stesso di Jep Gambardella quando ammonisce l’amica/nemica Stefania ne “La Grande Bellezza”). Immobile ha anche dichiarato di aver pensato di lasciare la Nazionale, a causa delle troppe critiche: ma se è Dottor Ciro e Mister Immobile la colpa non può essere dei tifosi o dei giornalisti, che dovranno aspettare il 2026 (a Dio piacendo) per rivedere l’Italia del calcio ai Mondiali. Con l‘Inghilterra parte un nuovo ciclo azzurro per Ciro da Torre Annunziata, che non veste la maglia azzurra proprio da quel maledetto Italia-Macedonia del Nord dello scorso marzo. Meno pianti e più gol azzurri, questa la ricetta per mettere a tacere tutto e tutti: c’ammo capito Ciro?