“Lasciatemi soffrire in pace, io voglio solo soffrire in pace e voi mi distraete”, battuta geniale di Massimo Troisi e rimasta nell’immaginario collettivo del geniale attore napoletano. A 30 anni esatti dalla sua prematura scomparsa lo sport italiano ha vissuto una giornata storica, memorabile e che resterà impressa a fuoco nel cuore di tutti noi: Jannik Sinner è il nuovo numero 1 del tennis mondiale. Una notizia che era nell’aria e che è nell’ordine naturale delle cose, perché oggi come oggi il classe 2001 è il giocatore di tennis più forte del globo. Peccato che il tetto della classifica Atp sia stato raggiunto grazie alla rinuncia di Novak Djokovic, ma è lo sport e il demone serbo avrò ancora tempo e modo per incrociare la racchetta con il rivale. Probabilmente il passaggio di consegne è avvenuto qualche mese fa, in quell’epico match di Coppa Davis, quando Sinner annullò 3 match point e vinse una partita che poi diede l’avvio alla conquista dell’insalatiera d’argento da parte della squadra azzurra. Jannik ci ha aggiunto anche la vittoria dell’Australian Open e infine la conquista del numero 1 del ranking.
Il Campo Centrale del Roland Garros ha celebrato il 29esimo numero 1 della storia dell’Atp con un lungo applauso dopo la vittoria di routine contro Dimitrov e per una volta Sinner ha tradito i suoi 22 anni con qualche luccicone. Senza scadere nella retorica possiamo stringerci tutti intorno al ragazzo d’oro dello sport italiano, come abbiamo fatto per Tomba o la Compagnoni, per Chechi o Valentina Vezzali. Jannik è nella storia dello sport italiano e mondiale, arrivando ad un traguardo grazie ad una crescita costante ed impetuosa. Un traguardo che si trasforma in punto di partenza, perché da oggi inizia l’era Sinner e già venerdì nella sua prima semifinale del Roland Garros lo attende il rivale del prossimo decennio: Carlos Alcaraz. L’azzurro e l’iberico probabilmente saranno i dominatori della scena tennistica mondiale dei prossimi anni, una rivalità che non potrà che fare bene ad entrambi. Il lavoro di Sinner non è ancora finito a Parigi, ma intanto il tennis è cosa nostra. Grazie ancora una volta Jannik, grazie, grazie, grazie. Oggi non si soffre. Lasciateci gioire in pace.