163 anni fa, il 6 novembre 1861, ad Almonte in Canada, nasceva James Naismith, inventore della pallacanestro.
Era un insegnante della YMCA di Springfield nel Massachusetts. La sua storia, o meglio la storia della pallacanestro, prende vita quando Luther Gulick, responsabile dell’educazione fisica, chiese a Naismith di inventare un gioco, un qualcosa, che potesse divertire gli studenti durante le ore di lezione invernali di ginnastica.
Nel 1891 inventò così un nuovo, semplice gioco da praticare in palestra: appese a un muro un cesto in vimini (per raccogliere le pesche) e invitò i giovani a tirarci dentro un pallone. Naismith prese spunto da un gioco della sua infanzia, Duck-ona-rock (anatra su una roccia), in cui la regola principale era il tiro a parabola di un sasso.
La prima partita si giocò il 15 dicembre e finì con il risultato di 1 a 0. Nessun grande risultato, quindi, ma il successo fu tale che in due settimane Naismith formalizzò le regole base che vennero pubblicate nel mese di gennaio 1892.
In principio, per togliere la palla dal cesto, bisognava ricorrere all’utilizzo di una scala e si decise così di tagliarne la base. Solo nel ‘900 arrivò la classica retina e, inizialmente, i giocatori erano 9 per squadra e il campo da gioco era la metà di quelli attuali.
Anche la palla, a spicchi, ha origine con Naismith: già la prima palla ne aveva e oggi sono 8.
Per quanto riguarda le regole, abbiamo accennato che era il 1892, per l’esattezza il 15 gennaio, quando vennero pubblicate sul The Triangle.
LE 13 regole di James Naismith
- La palla può essere lanciata in qualsiasi direzione con una o entrambe le mani.
- La palla può essere colpita in qualsiasi direzione con una o entrambe le mani, ma mai con un pugno.
- Un giocatore non può correre con il pallone, deve lanciarlo dal punto in cui lo ha preso.
- La palla deve essere tenuta in una mano o tra le mani; le braccia o il corpo non possono essere usate per tenerla.
- Non è possibile colpire con le spalle, trattenere, spingere, colpire o scalciare in qualsiasi modo un avversario; la prima infrazione da parte di qualsiasi giocatore di questa regola è contata come un fallo, la seconda squalifica il giocatore fino alla realizzazione del punto seguente o, se è stata commessa con il chiaro intento di infortunare l’avversario, per l’intera partita; non sono ammesse sostituzioni.
- Un fallo consiste nel colpire la palla con il pugno, nella violazione delle regole tre e quattro e nel caso descritto dalla regola 5.
- Se una squadra commette tre falli consecutivi, conterà come un punto per gli avversari; consecutivi significa senza che gli avversari ne commettano uno tra di essi.
- Un punto viene realizzato quando la palla è tirata o colpita dal campo nel canestro e rimane dentro, a meno che i difensori non tocchino o disturbino la palla; se la palla resta sul bordo e l’avversario muove il canestro, conta come un punto.
- Quando la palla va fuori dalle linee del campo, deve essere rimessa in gioco dalla persona che per prima l’ha toccata; nei casi dubbi, l’umpire deve tirarla dentro il campo; chi rimette in campo la palla ha cinque secondi: se la tiene più a lungo, la palla viene consegnata agli avversari; se una squadra continua a perdere tempo, l’arbitro darà loro un fallo.
- L’umpire è il giudice dei giocatori e prende nota dei falli, comunicando all’arbitro quando ne sono commessi tre consecutivi; ha il potere di squalificare un giocatore secondo la regola 5.
- L’arbitro è il giudice della palla e decide quando la palla è in gioco, all’interno del campo o fuori, a chi appartiene e tiene il tempo; decide quando un punto è segnato e tiene il conto dei punti con tutte le altre responsabilità solitamente appartenenti ad un arbitro.
- La durata della gara è di due tempi da quindici minuti, con cinque minuti di riposo tra di essi.
- La squadra che segna il maggior numero di punti nel tempo utile è dichiarata la vincitrice dell’incontro. Nel caso di pareggio, il gioco può continuare, se i capitani sono d’accordo, fin quando non viene segnato un altro punto.
In Italia la pallacanestro è “sbarcata” nel 1907 quanto Ida Nomi Venerosi Pesciolini, una maestra della commissione tecnica femminile della Federginnastica e poi insegnante di basket, decise di tradurne le regole. Lo sport fu presentato a Venezia con il nome di palla al cerchio e per anni fu considerato uno sport “da signorine”.