Continua a tenere banco, e non è ancora andata in archivio, la questione della presunta bestemmia di Lautaro Martinez nel finale del match contro la Juventus.
In assenza di prove il giudice sportivo non si era pronunciato, ma c’è la procura federale che ha aperto una indagine che, ad oggi, è ancora in corso.
Ed è dunque ancora probabile, al termine delle indagini, che l’attaccante nerazzurro subisca un turno di squalifica secondo quanto previsto dall’art. 37 del codice di Giustizia Sportiva che recita: “in caso di utilizzo di espressione blasfema, in occasione o durante la gara, è inflitta […] ai calciatori e ai tecnici, la sanzione minima della squalifica di una giornata». Agli altri soggetti ammessi, ai sensi della normativa federale, nel recinto di gioco, la sanzione della inibizione”.
Il tutto perché il procuratore federale Giuseppe Chiné vuole avere contezza di come siano andate le cose e sta cercando l’audio della presunta espressione blasfema cui l’argentino si sarebbe lasciato andare dopo l’1-0 in favore dei bianconeri all’Allianz Stadium.
Sta di fatto che Lautaro Martinez, al termine del match contro il Genoa ha smentito ogni accusa. Queste le sue parole: “Non ho mai bestemmiato e quanto successo mi ha dato molto fastidio. Perché cerco di imparare e trasmettere rispetto anche ai miei figli. Chi mi conosce sa che persona e che padre sono. Mi sento tranquillissimo. Sono infastidito ma devo lasciarmi tutto dietro“.
Per i nerazzurri, però, ci sono anche notizie rassicuranti: non è a rischio, infatti, la sfida scudetto contro il Napoli dal momento che l’eventuale squalifica, per via delle tempistiche, arriverebbe comunque dopo la gara contro i partenopei.