La Nazionale Italiana di calcio compie 115 anni. Esattamente il 15 maggio 1910, l’Arena Civica di Milano, voluta da Napoleone Bonaparte e costruita nel 1806 da Luigi Canonica, ospitava un evento nuovo e imperdibile: la Nazionale Italiana di calcio scendeva in campo per la prima volta.
Come è nata la Nazionale Italiana?
Tutto ebbe inizio nel 1909 quando l’Italia venne scelta come Paese ospitante per il settimo congresso FIFA che si sarebbe tenuto nel maggio successivo.
E fu proprio questo l’episodio che diede vita a tutto il resto.
Ospitare un congresso FIFA senza avere una nazionale di calcio non era pensabile e, così, l’allora presidente della FIGC Luigi Bosisio, eletto nel 1909, decise di affidare alla commissione arbitrale, composta da 5 arbitri: Umberto Meazza, Agostino Recalcati, Alberto Crivelli, Gianni Camperio, e Giuseppe Gama, il compito di creare una squadra.
13 gennaio del 1910: la squadra era pronta
Quello stesso giorno la rivista Football scriveva: “Quest’anno anche l’Italia avrà la sua squadra nazionale composta da soli giuocatori italiani. La FIGC ha a questo uopo incaricata la Commissione Tecnica Arbitrale, e questa si è messa al difficile ed ingrato lavoro con tutta la maggiore buona volontà guidata da quei sentimenti di equanimità e di avvedutezza che sinora l’hanno fatta segno alla generale approvazione. Vari nomi corrono già sulla bocca di qualcuno e si assicura la formazione della squadra; tutto ciò è assolutamente prematuro; anzi è certo che la Commissione non si lascerà impressionare da indicazioni azzardate, talvolta interessate o mosse da simpatie compiacenti; essa proseguirà nel suo lavoro, pazientemente, animata da una sola idea, quella di poter mettere insieme una squadra che degnamente sappia rappresentare i colori dell’Italia, colla speranza che la vittoria arrida agli undici valorosi atleti”.
La scelta della squadra avversaria
A quel punto c’era da scegliere contro chi giocare, dove giocare. Sul luogo, la scelta ricadde sull’Arena Civica. Per quanto invece riguarda la squadra avversaria, la scelta era da farsi tra Ungheria e Francia. Alla fine la scelta ricadde su quella che sarebbe diventata con il tempo la sfidante per eccellenza dell’Italia: la Francia che, tra l’altro, dato lo scisma interno, non avrebbe avuto disponibili calciatori dei club principali.
Il problema scudetto tra Inter e Pro Vercelli
Pochi giorni prima dell’esordio però la composizione della prima Nazionale scelta dalla commissione arbitrale venne condizionata da quanto nel frattempo succedeva in campionato dove Pro Vercelli e Inter chiusero a pari punteggio e per l’assegnazione dello scudetto si rendeva necessario uno spareggio. Bosisio, presidente FIGC e tra i fondatori dell’Inter, in qualità di socio onorario si impegnò con la Pro Vercelli affinché la gara venisse disputata dopo l’impegno della Nazionale che avrebbe esordito il 15 maggio con la Francia. Il direttivo federale, però, fissò la gara il 24 aprile. Quindi non solo prima della partita della Nazionale, ma anche in concomitanza della Gara Nazionale Militare di in cui giocavano 3 giocatori della Pro Vercelli. Luigi Bozino, presidente della Pro, per protesta decise di schierare una squadra di ragazzi tra gli 11 e i 14 anni. Il risultato fu una sconfitta sonora per 10-3 e una squalifica per tutto il 1910 che poi venne ridotta fino a settembre. Di conseguenza i calciatori avrebbero saltato le prime due gare della Nazionale: 15 e 26 maggio contro Francia e Ungheria.
La nuova scelta tra Probabili e Possibili
La Commissione Arbitrale a quel punto doveva scegliere i calciatori per l’esordio e decise di dividerli in due squadre: Probabili (con maglia bianca) e Possibili (maglia azzurra) e metterli di fronte in due gare.
L’esordio della Nazionale Italiana
Il 15 maggio era così tutto pronto per l’esordio. Allenata da Umberto Meazza, la prima formazione azzurra in casacca bianca, debuttò all’Arena Civica di Milano e sconfisse per 6-2 la Francia grazie alla tripletta di Pietro Lana e ai gol di Debernardi, Rizzi e Fossati.
La casacca bianca verrà sostituita da quella blu di Casa Savoia solo l’anno successivo e, ancora oggi, contraddistingue la nazionale italiana.