21 anni fa Roberto Baggio si ritirava dal calcio giocato. Da allora, “non è più domenica“. Non c’è persona che ami il calcio che non attribuisca a questa frase un unico significato: il saluto al calcio di Roberto Baggio. Già perché “da quando Baggio non gioca più” sono passati esattamente 21 anni. Da quel Milan- Brescia in cui “Divin Codino” disputava la sua ultima partita prima di ritirarsi dal calcio giocato. Era domenica, a San Siro il Milan vinceva per 4-2 contro il Brescia e festeggiava così la vittoria del 17º scudetto. Al minuto 39 di gioco del secondo tempo, una standing ovation salutava l’uscita di scena di Baggio. Un intero stadio in piedi per rendere omaggio al codino più famoso d’Italia.
Il 16 maggio del 2004 un’era si è chiusa, il numero 10 che aveva fatto sognare milioni di italiani dalle Notti Magiche di Italia ’90 al Mondiale USA ’94, commosso, salutava la sua gente dopo 643 presenze con i vari club e 56 presenze in nazionale.
Una carriera che lo ha visto protagonista dalle giovanili del Vicenza, passando poi per Fiorentina, Juventus, Milan, Bologna, Inter e Brescia.
La maglia che lo ha consacrato tra i giocatori più amati è, senza dubbio, quella azzurra, quella della Nazionale Italiana, che Baggio ha sempre onorato con la serietà e l’umiltà che solo i più grandi sanno avere. E l’ha talmente onorata quella maglia da entrare nel cuore di una nazione intera che lo ha apprezzato e stimato talmente tanto e nonostante tutto. Pensando a Baggio non si può non pensare a quel rigore. Quello della finale dei Mondiali ’94. Quello che lui stesso non sapeva perdonarsi, ma che un popolo intero gli ha perdonato. Quel capo chino, quelle mani sui fianchi hanno dato la misura dell’uomo, del grande uomo, del grande campione. Nella vita, prima ancora che in campo.
Oggi, a 21 anni dal suo ritiro, sui suoi canali social ha scritto: “21 anni fa il mio addio al calcio. Una vita ormai passata fuori dal campo e nonostante tutto ho la fortuna di sentire ancora l’amore dei tifosi ogni giorno. Eternamente grato a chi ancora oggi esprime il suo affetto nei miei confronti, in un modo o nell’altro”.
Lo sente, Roberto Baggio, l’affetto dei tifosi. E non poteva che essere così. In un mondo in cui alle volte il calcio si divide e divide, tra un tifo e un altro, la sua figura, la sua persona, lui, è sempre stato capace di unire.