“Penso che un sogno così non ritorni mai più”, parafrasando Domenico Modugno in questo modo i tifosi del Milan omaggiarono Silvio Berlusconi nell’ultimo derby da presidente rossonero. Il 12 giugno 2023 ha lasciato questa terra il presidente più vincente della storia milanista ed uno degli uomini più contraddittori della storia italiana. Un sogno iniziato il 20 febbraio 1986, prendendo uno dei club più gloriosi d’Italia e d’Europa sull’orlo della bancarotta e riportandolo in cima al mondo. Un presidente visionario, amante del “bel giuoco”, rivoluzionario nel modo di intendere un club calcistico.
Berlusconi, un presidente immortale
Come si fa a spiegare ad un adolescente cos’è stato il Milan di Silvio Berlusconi? Non è facile, paragonandolo al calcio di oggi fatto di fondi e plusvalenze. Il Milan di Silvio Berlusconi è stato un sogno diventato realtà, una squadra bella e vincente, come pochissime nella storia del calcio. Arrigo Sacchi e gli olandesi sono state le prime pietre di una rivoluzione, che quel Milan ha imposto su tutti i campi del mondo. Grandi vittorie, qualche caduta, ma un marchio ben impresso nella mente di tutti gli appassionati di calcio. Poi Capello, con il suo pragmatismo, poi Ancelotti, con il suo buon senso unito al gusto del gioco. In mezzo gli scudettati Zaccheroni e Allegri, ma quando il presidente vedeva da lontano il suo Milan, immerso com’era nella politica. Le grandi monarchie hanno sempre un periodo di decadenza, così è stato anche per il Milan di Silvio Berlusconi, dal 2013 al 2017, prima di lasciare il comando ad altri.
Berlusconi, un’impronta eterna a Milanello
Guardando il Milan contemporaneo troviamo poco o nulla dell’epopea berlusconiana, anche perché sarebbe impensabile pensare di fare quello che fu capace di fare Berlusconi, insieme a Galliani e Braida per un trentennio. Una cosa manca sopra a tutto ai tifosi del diavolo: gli ooh di meraviglia del pubblico, quelle giocate sontuose fatte da questo o da quel campione. Chi vi scrive si è innamorato del Milan di Silvio Berlusconi nella leggendaria sfida di Belgrado contro la Stella Rossa. La nebbia, la partita ripetuta, Donadoni che rischia la vita, il gol fantasma, i rigori, Giovanni Galli che para e la sensazione di aver visto giocare il preferito di sempre: Dejan Savicevic, la Carezza del Montenegro. Penso che un sogno così non ritorni mai più, anzi ne sono convinto. Il Milan di Silvio Berlusconi, immortale per l’eternità.