Un gol convalidato o annullato, una vittoria o una sconfitta, un campionato vinto o una retrocessione. Pochi centimetri possono decidere tutto. Il fuorigioco è forse la regola più sottile, discussa e determinante del calcio. E proprio oggi, 13 giugno, si celebra un anniversario fondamentale nella sua storia: quello della nascita del cosiddetto “fuorigioco a due”, approvato nel 1925 a Parigi dall’International Football Association Board.
Il fuorigioco affonda le radici nelle prime 14 regole ufficiali codificate l’8 dicembre 1863 dalla Football Association inglese. L’articolo 6 era chiarissimo: “Ogni giocatore che si trovi più vicino alla porta avversaria rispetto al compagno che ha calciato il pallone è in fuorigioco”. Niente passaggi in avanti. Un’idea presa direttamente dal rugby, allora popolarissimo nei college britannici.
Lo scopo era punire i cosiddetti “lazy players”, coloro che restavano nei pressi dell’area avversaria aspettando un pallone da spingere in rete. Il vantaggio posizionale doveva, praticamente, essere considerato sleale.
Le prime modifiche: da tre difensori a un calcio più dinamico
Nel 1866 arrivò la prima svolta: influenzati dalle visioni opposte della Sheffield Football Association (favorevole a un solo difendente tra attaccante e porta) e della Cambridge Association (che ne chiedeva almeno tre), si scelse un compromesso: “almeno tre avversari”.
Fu il punto di partenza di un cambiamento epocale: il calcio passò da “dribbling game”, fondato sull’azione individuale, a “passing game”, un gioco corale e strategico.
Le svolte decisive tra Ottocento e Novecento
- 1873: si definisce che il fuorigioco va valutato nel momento in cui parte il passaggio, non quando il pallone viene ricevuto.
- 1880-1882: si esclude il fuorigioco da calcio di rinvio e calcio d’angolo.
- 1921: finalmente anche dalla rimessa laterale non può più essere fischiato.
- Fino al 1907, un giocatore poteva essere in fuorigioco anche nella propria metà campo. Dopo un acceso dibattito nato da Scozia-Inghilterra 1906, la Football Association prima (marzo) e l’IFAB poi (8 giugno) modificarono la regola.
Highbury, 30 marzo 1925: la partita che cambiò tutto
Agli inizi degli anni Venti, la regola dei tre uomini rendeva il calcio prevedibile: i difensori applicavano la trappola del fuorigioco in modo così efficace che le partite risultavano spesso spezzettate e noiose.
La Scottish Football Association proponeva da anni una revisione (già dal 1894), ma solo nel 1925 si decise di testarla. Il 30 marzo, nello stadio di Highbury, si giocò un’amichevole sperimentale tra dilettanti e professionisti; nel primo tempo, si adottò la proposta scozzese: fuorigioco solo con meno di due avversari tra attaccante e porta. Nel secondo tempo, invece, si testò l’idea inglese: abolire la linea di centrocampo e dividere il campo in tre zone, con fuorigioco valido solo nell’ultimo terzo difensivo.
Parigi, 13 giugno 1925: la decisione ufficiale
Dopo quella prova sul campo, il verdetto arrivò il 13 giugno 1925, quando l’IFAB si riunì a Parigi. Vinse la linea scozzese. Nacque così il fuorigioco “a due”, ovvero la regola per cui un attaccante è in posizione irregolare solo se tra sé e la porta ci sono meno di due avversari.
Gli effetti furono immediati e rivoluzionari: nella stagione 1925/26 si passò da 4.700 a 6.373 gol nella sola Football League inglese. Inoltre il gioco divenne più veloce, le squadre svilupparono nuove tattiche, e nacquero nuovi ruoli per rispondere a un calcio più offensivo e moderno.
La regola oggi: tecnologia, centimetri e dibattiti
Il “fuorigioco a due” è rimasto stabile fino al 1990, quando si stabilì che un attaccante in linea col penultimo difensore non è da considerarsi in offside. Nel 2013 arrivarono ulteriori precisazioni: si chiarì cosa significhi “influenzare un avversario” e “trarre vantaggio” da una posizione di fuorigioco come, ad esempio, un pallone deviato da un avversario o da un palo.
Oggi, la tecnologia “cross air” introdotta col VAR consente una proiezione tridimensionale delle posizioni dei giocatori. Il fuorigioco è applicato al millimetro.