Ci sono poche nazionali che hanno segnato la storia del calcio post seconda guerra mondiale: il Brasile di Pelè, l’Olanda di Cruyff e prima di loro l’Ungheria di Puskas, una squadra leggendaria che però non riuscì a vincere i Mondiali. Difficilmente l‘Ungheria di oggi arriverà a giocare una finale di un campionato del mondo, anche perché non si è qualificata per Qatar 2022, ma i magiari hanno compiuto un’impresa storica: battere l’Inghilterra a casa loro per 4-0. D’accordo non si parla di Europei o Mondiali, ma solo di Nations League, ma provate a dire ad un ungherese se non è la è più grande gioia calcistica degli ultimi 70 anni. Il fautore di questo miracolo sportivo è italiano e non potrebbe portare un cognome più italiano, Marco Rossi da Druento in Piemonte. Classe 1964, buon difensore con diverse stagioni in Serie A con le maglie di Brescia, Sampdoria e Piacenza. Da allenatore comincia dalla Serie C con Lumezzane e Pro Patria, poi dopo un paio di stagioni in D con Scafatese e Cavese il salto in Ungheria.
In terra magiara Marco Rossi allena la mitica Honved, che non è più il club glorioso degli anni ’50, ma è un trampolino di lancio formidabile per farsi conoscere in Ungheria. Nel 2018 la federazione gli affida una nazionale ridotta piuttosto male. Rossi comincia a lavorare, soprattutto sui giovani, e riporta l’Ungheria all’Europeo. I biancorossi vengono inseriti in un girone che più di ferro non si può, con Francia, Germania e Portogallo. I ragazzi del c.t. Rossi non sfigurano, conquistando 2 punti e dando l’impressione di grande solidità. Dei giorni nostri le imprese di battere Germania e Inghilterra, conquistando il primo posto nel proprio raggruppamento di Nations League. I punti di forza di questa nazionale sono in difesa il gigante Szalai, già consigliato al Napoli per un eventuale post-Koulibaly, e Szoboszlai, fantasista classe 2000 del Lipsia. “Sono fuori dal sistema calcio italiano da 10 anni”, ha tuonato il signor Rossi con una punta d’orgoglio e forse anche di risentimento. Meglio per lui, che sul Danubio ha trovato la sua felicità e fatto rivivere ad un popolo le gesta eroiche di un passato epico, ma lontano. E molti italiani tiferanno anche per loro, gli eredi di Puskas guidati da un signor Rossi decisamente non qualsiasi.