28 gennaio 2024, lo sport italiano ha visto riscritto la sua storia, ancora una volta e grazie al cielo. E grazie soprattutto a Jannik Sinner, che dopo 48 anni ha riportato l’Italia maschile del tennis ad alzare un trofeo del Grande Slam. L’Australian Open 2024 resterà ben impresso nella mente di tutti gli sportivi italiani e non, perché rimontare due set ad un cagnaccio come Medvedev alla prima finale di un Major è tanta, tanta, tantissima roba. Sinner, che compirà 23 anni ad agosto, ha ricevuto i complimenti di Nadal e Alcaraz e di tanti altri campioni della racchetta. Dopo essere stato decisivo per rivincere dopo quasi 50 anni la Coppa Davis, Jannik in Australia ha dipinto un capolavoro. E’ stato perfetto fino alla semifinale, concedendo un set a Djokovic, poi in finale ha pagato lo scotto del debuttante, ma poi da Fantozzi si è trasformato punto dopo punto dopo punto nel signor Wolf e ha risolto il problema russo.
Tutto bello, tutto bellissimo, se non fosse che solo qualche mese fa un giornale sportivo rosa lo attaccava frontalmente per aver saltato un impegno di Coppa Davis. Le ironie sul suo aspetto fisico, non proprio da Rambo, sul fatto che non sia il classico stereotipo di “italiano”, le opinioni non proprio al miele di Panatta e Pietrangeli e altre amenità. Una serie di frescacce (eufemismo) che non hanno interrotto l’impetuoso cammino di crescita di quello che oggi è il tennista da battere sul circuito mondiale. “Ora tutti esperti di tennis, Sinner chi?”, questo e molto altro al solito si legge sui social, evidentemente da parte di gente che l’unico sport che pratica è lo scorrimento da pollice su schermo.
Il tennis è un sport alla portata di tutti, ma non è per tutti, altrimenti non sarebbe lo sport del diavolo. Sinner è un campione in tutto, parla le lingue straniere ed è ben educato. Forse troppe doti per un mondo che ci vuole mediocri e omologati. Forza Jannik, il lavoro è appena iniziato.