Punto primo: i numeri non si discutono mai: 57 punti su 66, 51 gol fatti e 10 subiti (miglior attacco e miglior difesa), 1 sconfitta in 22 partite. Questa è l’Inter di Simone Inzaghi, che dopo la vittoria con la Juventus ha dato il via alla prima, vera, fuga stagionale. Punto secondo: le partite iniziano e si vincono a centrocampo e se a Barella-Calhanoglu (sontuosa prova del turco sotto gli occhi del suo c.t. Montella)-Mkhitaryan opponi la buona volontà di McKennie-Locatelli-Rabiot, non hai molte possibilità di portare a casa un risultato positivo. Punto terzo: se la partita finisce 1-0, ma il tuo portiere ha fatto 2 miracoli, mentre Sommer ha assistito da spettatore non pagante, non vuol dire che hai giocato alla pari. Punto quarto: l’Inter è la squadra più forte di questo campionato e solo un cataclisma può impedirle di non vincere questo scudetto.
C’è anche da dire che Inter-Juventus non è stata spettacolo puro, ma questo era stato ampiamente previsto alla vigilia. Inzaghi voleva vincere per mettere a distanza di sicurezza Allegri e per poter gestire al meglio l’incombente doppio impegno. La Juventus ha fatto quello che ha potuto, mettendo sul prato di San Siro le sue qualità, ma sembrando troppo fragile in avanti dove Vlahovic ha steccato e Yildiz prima e Chiesa poi hanno fatto il solletico alla difesa interista. Una retroguardia dove sta guadagnando sempre più il proscenio Benjamin Pavard, acquisto forse sottovalutato e che sta diventando un punto di riferimento per tutta la squadra. Inzaghi lo ha aspettato e piano piano lo ha inserito in un meccanismo già oliato, dove un campione del mondo non può fare troppa fatica a inserirsi. Una sola squadra al comando dunque. E la fuga sembra proprio quella giusta, senza asterischi che tengano.
P.s. l’arbitro era Maresca, fortunatamente non ce ne siamo praticamente accorti. Grazie al cielo.