La Virtus Bologna torna sul trono del basket italiano e lo fa nel segno di Achille Polonara. Con una vittoria per 96-74 ottenuta in trasferta contro la Germani Brescia, la formazione allenata da Dusko Ivanovic conquista il 17º scudetto della propria storia. Un titolo che ha anche un forte valore simbolico essendo dedicato al compagno di squadra Polonara, ricoverato al Malpighi-Sant’Orsola per iniziare le cure contro la leucemia mieloide acuta, diagnosticata appena 48 ore prima. Il numero 33 aveva espresso un desiderio speciale: “Vorrei dormire con la coppa stanotte“. La Virtus ha risposto sul campo, dominando gara 3 con una prestazione esemplare, regalando a Polonara il suo primo titolo italiano, dopo quello ottenuto in Spagna nel 2020 con Ivanovic stesso in panchina. Uno Scudetto conquistato da una squadra che ha saputo rialzarsi dopo un avvio difficile e una stagione piena di ostacoli. Il successo arriva nel secondo mandato da socio unico di Massimo Zanetti, proprio nei giorni in cui ha ripreso il controllo totale del club. Dopo un inizio stentato e le dimissioni di Luca Banchi, il nuovo corso targato Ivanovic ha preso forma, guidato da una figura esperta e carismatica. Il tecnico montenegrino ha centrato il nono titolo nazionale della sua carriera, in cinque Paesi diversi, orchestrando un sistema solido intorno al suo leader tecnico, Tornik’e Shengelia. Il georgiano è stato il simbolo della svolta: nei quarti contro Venezia, con la squadra quasi fuori dai giochi e sotto di 9 a 5 minuti dalla fine di gara-5, ha ignorato il recente trauma cranico pur di scendere in campo e dare la scossa decisiva. In semifinale ha fatto la differenza contro l’Olimpia Milano con due vittorie fondamentali al Forum, e nella serie finale ha sfiorato la perfezione.
Ieri sera, Shengelia è stato autore di 31 punti, 9 rimbalzi e un quasi perfetto 11/12 al tiro, guadagnandosi il titolo di MVP delle finali e chiudendo probabilmente la sua avventura in maglia bianconera. Con questa vittoria per 3-0 nella serie finale, Bologna torna campione d’Italia per la prima volta dal 2021, interrompendo la serie di sconfitte nelle finali precedenti contro Milano. Nonostante l’alto livello espresso durante tutta la stagione, il percorso non è stato lineare. L’esonero di Banchi è arrivato dopo una deludente campagna in Eurolega (chiusa al 17° posto su 18), e nelle competizioni nazionali la Virtus è stata eliminata subito sia in Coppa Italia che in Supercoppa, entrambe le volte per mano dell’Olimpia.
La squadra ha comunque chiuso in testa la regular season della Serie A, ma ha rischiato grosso nei playoff. Nei quarti, contro l’ottava classificata Venezia, Bologna ha sprecato un vantaggio di 2-0, riuscendo ad avanzare solo in gara 5. Da lì in poi però è stata una cavalcata convincente: prima ha eliminato Milano per 3-1, poi ha archiviato la pratica Brescia con un netto 3-0, grazie a una difesa impenetrabile, grande intensità fisica e una gestione impeccabile delle rotazioni da parte di Ivanovic, capace di valorizzare ogni elemento del suo ricco roster.
Tra i protagonisti indiscussi c’è Alessandro Pajola, 25 anni, premiato come miglior difensore della Serie A e naturalmente Shengelia, autentico trascinatore nelle ultime tre partite.
Sul fronte opposto, la Germani Brescia ha pagato l’inesperienza. Alla prima storica finale in Serie A, ha stupito tutti arrivandoci guidata da un allenatore debuttante nella massima serie come Peppe Poeta, ex giocatore dal grande carisma. Dopo una gara-1 combattutissima persa di soli 3 punti per 90-87, la squadra lombarda ha subito la superiorità del Bologna in gara 2 e gara 3.