Il Sunderland sta vivendo un ritorno in Premier League oltre ogni aspettativa. Promossi a maggio attraverso una finale playoff vinta in extremis contro lo Sheffield United, i Black Cats si trovano in nona posizione con 23 punti dopo quindici giornate, un risultato che va ben al di là delle previsioni più ottimistiche per una squadra reduce da otto anni di assenza dall’élite del calcio inglese.
Sunderland: dalle glorie del passato all’abisso della League One
Fondato nel 1879 come Sunderland and District Teachers A.F.C. dal maestro James Allan, il club del Nord-Est dell’Inghilterra vanta una storia prestigiosa.
Sei titoli di First Division tra il 1892 e il 1936, due FA Cup nel 1937 e 1973, quest’ultima vinta da sfavoriti contro il Leeds di Revie. Un palmares di tutto rispetto per una squadra che William McGregor, fondatore della Football League, definì “Team of All Talents”.
La retrocessione dalla Premier League nel 2017 ha innescato una discesa rapida e dolorosa. Due retrocessioni consecutive hanno portato il Sunderland fino alla League One, il terzo livello del calcio professionistico inglese. Otto anni di assenza dalla massima serie, documentati dalla serie Netflix “Sunderland ‘Til I Die”, non hanno però scalfito la passione dei 48.000 tifosi che hanno continuato a riempire lo Stadium of Light.
L’acquisizione del club da parte di Kyril Louis-Dreyfus nel febbraio 2021 ha rappresentato la svolta. Il giovane imprenditore ha impostato una strategia chiara: investire sui talenti giovani e costruire un progetto sostenibile nel tempo. La promozione dalla League One nel 2022 ha dato il via a una risalita ben più rapida del previsto.
Il presente straordinario sotto Le Bris
L’arrivo di Régis Le Bris nell’estate del 2024 ha accelerato il processo di crescita. Il tecnico francese, proveniente dal Lorient dove aveva lavorato per un decennio nel settore giovanile prima di guidare la prima squadra, ha trovato terreno fertile al Sunderland. La sua filosofia basata sulla valorizzazione dei giovani si è sposata perfettamente con il progetto del club.
La scorsa stagione in Championship si è chiusa al quarto posto con 76 punti, miglior piazzamento dal 2017. Ai playoff si è presentata la squadra più giovane del campionato, età media 23 anni, con tutto da dimostrare e poco da perdere. Semifinale vinta contro il Coventry, poi Wembley: finale contro lo Sheffield United decisa al 95esimo dal gol di Tom Watson. Otto anni dopo, il Sunderland fa il suo ritorno in Premier League.
L’impatto nella massima serie è stato immediato: 3-0 al Wolverhampton all’esordio, poi altre due vittorie nelle prime quattro giornate. Risultati resi possibili da un mercato ambizioso, con oltre 180 milioni di euro investiti in estate e finanziati anche dalla cessione di Jobe Bellingham al Borussia Dortmund per 35 milioni.
Tra i nuovi arrivi, Wilson Isidor, in prestito dallo Zenit, si è subito rivelato un acquisto azzeccato con 4 gol nelle prime giornate. L’arrivo di Granit Xhaka a luglio ha aggiunto esperienza e qualità al centrocampo, mentre rinforzi come Reinildo Mandava, Omar Alderete e Brian Brobbey hanno aumentato lo spessore della rosa.
Sul piano tattico, Le Bris lavora principalmente su un 4-2-3-1 che diventa 4-4-2 fuori possesso, privilegiando gli attacchi sulle fasce attraverso triangoli tra esterni, centrocampisti e terzini. La particolarità è l’uso di esterni invertiti, che puntano l’uno contro uno per poi accentrarsi o crossare dal fondo. Xhaka detta i tempi e garantisce equilibrio, mentre la squadra sa quando abbassarsi in blocco compatto e quando aggredire con pressing uomo su uomo sui calci di rinvio avversari.
Con 23 punti e una posizione a metà classifica dopo 15 giornate, il Sunderland è sulla buona strada per centrare l’obiettivo salvezza. Ma i numeri, soprattutto i soli 4 punti che lo separano dal quarto posto, dicono che questa squadra può guardare ben oltre la semplice permanenza in categoria.




