Lulic e Parolo sono arrivati alla fine del loro incarico professionale nella SS Lazio SpA….
Possiamo trattare i fatti di calcio anche con questa freddezza: in fondo, sono professionisti strapagati che non hanno certo gli stessi problemi economici delle persone comuni. Eppure non è questo il calcio che ha conquistato il cuore di milioni di tifosi: forse non è mai esistito, forse era solo nelle nostre teste?
No, io non credo. Lulic e Parolo sono l’incarnazione dello spirito biancoceleste: combattenti, attaccati alla maglia, educati verso i tifosi, uomini spogliatoio e hanno OCCUPATO i luoghi sacri del tifo biancoceleste con rispetto e onorando i colori: sempre.
Il calcio era soprattutto questo ed era il calcio dei Gianni Elsner che raccontava Delio Rossi uomo con le sue manie, i suoi difetti, le sue passioni, i suoi sogni…il suo essere “laziale”. Era il calcio dei Michele Plastino quando a Gol di Notte c’erano i calciatori che si raccontavano.
Oggi ci sono i diritti di immagine, oggi c’è la conferenza stampa: per la maggior parte delle volte, un vuoto ripetersi di frasi fatte, claim, spot e nessuno conosce gli uomini che fanno la Lazio ma solo i loro Brand. Così il calcio si è privato della sua vena romantica lasciando il posto a suggestioni sui bilanci, le plusvalenze, l’immagine internazionale.
Eppure continuano ad essere le storie degli uomini e decretare il successo di un movimento tanto è vero che le nuove generazioni non si appassionano al calcio come le precedenti: lo sanno in Sky dove l’incidenza di abbonati nelle fasce di età 18-32 si è quasi dimezzata negli ultimi 10 anni.
L’offerta di svago e divertimento si è evoluta, è migliorata ed i servizi sono cresciuti di livello: ci sono i week end nelle capitali europee a 50€, ci sono i cinema multisala, ci sono le aree svago con il bowling, i ristoranti, i pub e quindi ci sono i centri commerciali che diventano punti di incontro per i giovani.
Il Calcio è rimasto al panino col salame avvolto nella carta d’alluminio con la necessità di andare allo stadio 2 ore prima per trovare il posto e tornare a casa 2 ore dopo per il tappo del traffico che si crea. Gli Stadi sono cattedrali nel deserto: prezzi alle stelle, servizi fatiscenti e si sono svuotati della presenza delle famiglie: il calcio non è più un rito, non è più tradizione familiare, posto che la famiglia riesca a capire che giorno e a che ora si gioca la prossima settimana.
Nonostante ciò, quando due guerrieri simbolo della squadra del cuore lasciano dopo tanti anni, l’occasione di ripensare ai momenti passati “virtualmente” insieme continua a pervadere il cuore del tifoso. Forse c’è una speranza anche per questo calcio, forse ci sarà un nuovo Gianni Elsner a raccontare storie di uomini che si legano al mondo biancoceleste e che poi ci rimangono dentro: per affetto, per passione, per amore.