E’ una nazione, e una nazionale di calcio, che dal 1918 al 1991 non è neanche esistita ed ora si appresta a disputare la sua seconda semifinale consecutiva in un campionato del mondo. La Croazia deve ormai essere considerato una potenza del calcio mondiale, visto che in poco più di 25 anni di storia calcistica ha collezionato già tre semifinali mondiali e un Pallone d’Oro conquistato nel 2018. Il comune denominatore della nazionale a scacchi dell’ultimo quarto di secolo è avere un grande numero 10. In principio fu Zvonimiri Boban, che guidò la prima Croazia indipendente ai quarti di finale agli Europei Inghilterra 1996 e allo storico terzo posto ai Mondiali Francia 1998. Quella croata fu una squadra che sorprese il mondo, con Davor Suker nelle vesti di bomber e “Ciro” Blazevic come istrionico condottiero. Il primo decennio del XXI secolo è stato buio, senza squilli a scacchi, solo con un quarto di finale agli Europei 2008 Austria & Svizzera.
Nell’ultimo decennio la luce è stata riaccesa da Luka Modric, giocatore e uomo che incarna alla perfezione i panni da leader. Fulcro da una decade del centrocampo del Real Madrid, con cui ha vinto tutto, Pallone d’Oro 2018 e vice-campione del mondo, sogna di portare il primo titolo iridato alla sua patria. Intorno a Re Luka ci sono fidati scudieri, con Livakovic in porta e Gvardiol in difesa, Brozovic e Kovacic in mezzo mestieranti del gol in attacco come Kramaric e Petkovic. L’altra alfiere della Croazia è Ivan Perisic, altro reduce del secondo posto di Russia 2018 ed elemento in grado di cambiare le sorti di un match in qualsiasi momento. Il c.t. è Zlatko Dalic, arrivato quasi per caso in panchina, e che si giocherà ancora una volta la possibilità di giocarsi il titolo mondiale, alla faccia di qualche presunto santone che ha parlato troppo in Qatar e che è già sul divano di casa. Sulla strada degli slavi c’è ora l’Argentina di un altro eccezionale numero 10: Leo Messi. Pensando che la Croazia non ha neanche 4 milioni di abitanti, il fatto di essere per il secondo campionato del mondo di fila tra le migliori quattro deve far capire l’epicità di quanto fatto da Modric e compagni. Sulla strada verso la finale del 18 dicembre ci sono ancora loro, quelli a scacchi.