“Cambia tutto vivere sotto pressione. Certe persone le spremi e si svegliano, altre crollano”, così Al Pacino a Keanu Reeves in una celebre scena del film “L’avvocato del diavolo”. Se c’é una persona che è sotto pressione su questo strano mondo è Jannik Sinner, 23 anni da Sesto Val Pusteria. Il numero 1 del mondo del tennis maschile periodicamente finisce nel fuoco incrociato dei media (e del “popolo” social). Sinner in questo incredibile 2024 per il tennis italiano ha vinto l’Australian Open e l’Us Open, come se non bastasse dal 10 giugno è anche numero 1 Atp e molto probabilmente concluderà l’anno in vetta. A quanto pare però non basta: la mancata partecipazione alle Olimpiadi e la vicenda doping (peraltro già chiarita) l’hanno messo al centro del mirino degli haters, gli odiatori che trascorrono gran parte del loro tempo a scrivere parole di odio sui vari social. Lui, il campione che lo sport italiano aspettava dai tempi di Tomba, tira dritto per la sua strada e continua a vincere.
L’Us Open è stato il manifesto del “sinnerismo”, un cammino praticamente senza ostacoli, agevolato dagli imprevisti e prematuri inciampi di Alcaraz e Djokovic. Ci ha provato Kyrgios a cercare di destabilizzarlo: Nick, dai, fai tenerezza. Ci ha provato anche Fritz, dichiarando alla vigilia della finale che avrebbe giocato bene e vinto. L’americano non ha giocato male, ha giocato bene qualche game nel terzo set andando avanti 5-3. In questi momenti viene fuori il campione, il fenomeno, il numero 1. Jannik lo ha fatto sfogare, poi è uscito dalle corde, ha vinto 4 games di fila e ha chiuso la disputa. Campione con la racchetta, campione con le parole, campione sempre, anche con qualche fragilità che lo rende umano. E meno male, perché vedendolo in campo sembra un Terminator con i capelli rossi. Il lavoro in questo 2024 non è ancora finito, all’orizzonte si scorgono già le Finals di novembre, da giocare a Torino. Un piccolo consiglio per i suoi nemici, non mettetelo sotto pressione, perché ci gode in quei momenti e poi potete solo stringergli la mano. Grazie Jannik, grazie ancora, grazie di cuore.