BOSTON CELTICS-MILWAUKEE BUCKS, GARA-2 109-86 (SERIE 1-1) | I Celtics☘️ si rimettono in carreggiata in gara-2, spazzano via dal parquet i Bucks nel primo tempo (grazie a un super Jaylen Brown e non solo) e riportano in parità la serie – consapevoli di dover andare a vincere almeno una partita in trasferta a Milwaukee. Decisivo il secondo quarto da 33-19 di parziale, dopo che Boston aveva già accumulato la doppia cifra di vantaggio nei primi 12 minuti di gioco. “Siamo ai playoff, funziona così: non puoi lasciare che una sconfitta e una partita dettino l’andamento dell’intera serie”: Jaylen Brown spiega così la reazione e la capacità di dominare mostrata dai Celtics, autore di 25 punti nel solo primo tempo da 9/10 al tiro e 5/5 dall’arco. Alla sirena finale sono 30 per lui, miglior realizzatore di un gruppo che può contare anche sui 29 punti e 8 assist di Jayson Tatum (10/20 dal campo) e i 21 con 6/9 dalla lunga distanza in uscita dalla panchina per Grant Williams (con +22 di plus/minus). Dopo i tanti colpi subiti in gara-1, Marcus Smart è stato costretto ad alzare bandiera bianca e a non prendere parte alla sfida: nonostante l’assenza del miglior difensore dell’anno, Boston è riuscita a limitare Giannis Antetokounmpo in un’altra serata non semplice per lui al tiro – 28 punti (buona parte arrivati nel terzo quarto, quando il match era ormai compromesso), ma con 11/27 dal campo, con nove rimbalzi e sette assist in 38 minuti. I campioni NBA in carica non trovano poi grande contributo realizzativo da parte del supporting cast: Jrue Holiday non riesce a bissare la grande prestazione della partita d’esordio e deve accontentarsi di 19 punti e 7 assist (anche lui faticando e tentando 20 conclusioni dal campo), Bobby Portis ne aggiunge 13 con 8 rimbalzi e un fallo flagrant di tipo 1 dovuto alla frustrazione – con Milwaukee che fa una fatica bestiale a trovare il fondo della retina dalla lunga distanza in un match da 3/18 (16%) complessivo per i Bucks.
MEMPHIS GRIZZLIES-GOLDEN STATE WARRIORS, GARA-2 106-101 (SERIE 1-1) | Memphis pareggia i conti in quella che è la sfida più combattuta e divertente di queste semifinali di Conference, trascinata da un sontuoso Morant protagonista in un quarto periodo pieno di colpi di scena – con Golden State che mette il naso avanti dopo aver inseguito per 36 minuti, imprecisa nel finale con Steph Curry che spara a salve in un paio d’occasioni e con Klay Thompson che sul possesso del potenziale pareggio commette infrazioni di passi. Warriors ko e serie in parità: 1-1. “Altro che giocatore più migliorato, è una superstar”: difficile dare torto a LeBron James, entusiasta davanti la TV nel vedere Ja Morant dominare contro Golden State nel finale – autore di 47 punti (18 dei quali nell’ultima frazione) con 8 rimbalzi e 8 assist; unico giocatore insieme a LeBron James e Kobe Bryant con più di una gara ai playoff da 45+ punti prima di compiere 23 anni. A fine partita, mentre prendeva la strada degli spogliatoi, incrociando Steph Curry ha sottolineato: “Ci divertiremo un po’” – ennesimo guanto di sfida di una serie elettrizzante. Si ferma invece a 27 punti segnati Steph Curry, che manda a bersaglio due delle tre triple della sua serata (da 3/11 dall’arco) nell’ultima frazione – dando una fiammata al match, ma non riuscendo poi nel finale a rispondere colpo su colpo a uno scatenato Morant. Fatica tanto Klay Thompson: 12 punti con 5/19 dal campo e 2/12 dalla lunga distanza, mentre sono 16 punti con 16 conclusioni anche per Andrew Wiggins – che si regala una schiacciata da highlights nel primo tempo, ma nel finale non riesce mai a fare canestro. L’episodio più controverso della partita arriva dopo meno di tre minuti di gioco: Gary Payton II lanciato verso il ferro e Dillon Brooks che lo colpisce duramente da dietro alla testa, facendolo crollare malamente a terra sulle braccia e portando così alla frattura del gomito sinistro dell’avversario. Espulsione immediata per il giocatore Grizzlies che probabilmente verrà sanzionato anche più duramente dalla NBA per un gesto deprecabile: “Non è stata una giocata fisica, ma sporca”, ha spiegato Steve Kerr decisamente arrabbiato come il resto della squadra.