Era attesa da dieci lunghi anni la pronuncia della Corte di Giustizia dell’Unione Europea in relazione al caso che coinvolge l’ex calciatore francese Lassana Diarra contro la FIFA e contro la Federcalcio belga a seguito del ricorso dell’ex nazionale francese.
La norma messa in discussione è quella stabilita dal Regolamento FIFA sullo Status e Trasferimento dei Calciatori (RSTP), che prevede che un giocatore che rescinde un contratto prima della sua scadenza «senza giusta causa» sia tenuto a pagare un risarcimento al club e, se il giocatore si unisce a un nuovo club, quest’ultimo debba essere responsabile in solido per il pagamento del risarcimento.
La questione è sorta quando Lassana Diarra, ex centrocampista anche di Real Madrid, Psg e Arsenal, nel 2015, dopo appena un anno al Lokomotiv Mosca, ruppe il contratto con il club nonostante avesse sottoscritto un quadriennale.
Per il club russo, il giocatore aveva tradito l’accordo senza, appunto, “giusta causa”, e per questo doveva 20 milioni di euro, in solido con il suo futuro Club.
Diarra allora sollevò la questione davanti ai giudici della Corte europea. Oggi la sentenza che riconosce ai calciatori di lasciare un club indipendentemente dalla durata del contratto.
Dunque la “sentenza Diarra”, pronunciata stamattina dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, stabilisce che le norme della Fifa che regolano il calciomercato sono “incompatibili con la libera circolazione delle persone e quindi anche dei calciatori”. Si tratta di una decisione che potrebbe rivoluzionare la gestione dei trasferimenti del mondo del calcio.