“E’ stato un grande giocatore”. “Sono della Juventus e voglio restarci”. Si riassume in queste due frasi la situazione che vede protagonista Paul Pogba e i bianconeri dopo la riduzione a 18 mesi della squalifica per doping inflitta al francese. Il centrocampista non vuol sentire parlare di separazione consensuale prima di marzo, quando potrà tornare in campo, mentre a Torino hanno fatto capire che il suo futuro sarà lontano dai colori bianconeri. Adesso, però, bisogna capire chi la spunterà.
Thiago Motta e Giuntoli (ma anche l’ad Scanavino) non sembrano interessati a riavere in rosa il centrocampista, un po’ per il suo enorme stipendio da 10 milioni di euro bonus compresi), un po’ per un progetto tecnico che non lo ha mai preso in considerazione. Di fatto la dirigenza ha fatto bene ad aspettare la sentenza del Tas prima di “liberarsi” di Pogba, evitando cause legali, ma adesso c’è il rischio che si vada al braccio di ferro.
Le due parti hanno iniziato a parlarne, prima a distanza, ora anche in modo più serrato. La Juve vorrebbe arrivare a un accordo sul divorzio, Pogba dice di essere pronto a tagliarsi anche lo stipendio pur di difendere quei colori che lo hanno lanciato nel grande calcio ancora ragazzino. Se non si dovesse trovare l’intesa, però, la Signora è pronta alla risoluzione unilaterale del contratto, in scadenza nel 2026, puntando sull’inadempienza visto la sua squalifica per doping.
In un caso o nell’altro, gennaio sarà il mese decisivo, in modo da poter consentire al giocatore di trovarsi un’altra squadra, magari in Mls, per quando potrà tornare in campo a marzo.