Lo scudetto, storico e meraviglioso, conquistato nella passata stagione poteva essere il miglior modo per festeggiare i 20 anni di presidenza del Napoli e invece è stato il detonatore per una stagione (fino a questo momento) balorda. Nell’estate 2004 Aurelio De Laurentiis diventava proprietario e presidente della società calcistica partenopea, dopo gestioni e annate scellerate. Un percorso durante il quale De Laurentiis ha spesso agito in contraddizione con la tradizione pallonara italica, in questa stagione è diventato la regola: ovvero il più classico dei presidente mangia-allenatori. Perdere Spalletti e Giuntoli in un sol colpo non è stato decisamente facile e infatti nell’ultimo anno le scelte del vulcanico presidente azzurro sono stati almeno discutibili. Nell’era De Laurentiis, quindi da 20 anni a questa parte, solo 4 volte era stato cambiato l’allenatore in corso d’opera: azzeccando negli ingaggi di Reja e Mazzarri, meno per Gattuso e molto meno per Garcia e Mazzarri 2.0. Il tecnico francese si è subito rivelato poco adatto al contesto, ma richiamare l’allenatore livornese è stato un vero e proprio autogol. Ancora più sbagliati i tempi dell’esonero del buon Walter, a poche ore dal match di Champions League: autentico spartiacque della stagione partenopea.
Al capezzale azzurro è arrivato Francesco Calzona, attuale c.t. della Slovacchia e collaboratore di Sarri prima e Spalletti poi. Un momento nostalgico di De Laurentiis, anche questo malcostume del calcio italiano. I ritorni sono quasi sempre complicati, salvo qualche eccezione, soprattutto per gli allenatori. Calzona eredita una squadra in completa confusione, sulla quale Mazzarri ha lavorato poco e male. Il tecnico 55enne riporterà il dogma del 4-3-3, sarriano prima e spallettiano poi, potrà contare (?) su Osihmen, partente e reduce dalla delusione della sconfitta in finale di Coppa d’Africa. Il tutto condito dal doppio incarico, perché Calzona resta assolutamente c.t. della Slovacchia. Cosa potrà fare fino al 26 maggio lo scopriremo solo vivendo, sperando che l’improvvisa bulimia tecnica di De Laurentiis si plachi. Intanto il presidente del Napoli torni ad essere quello che è stato fino ad un annetto fa: impopolare ed efficace, altrimenti per risolvere i problemi sotto il Vesuvio non servirebbe neanche il signor Wolf di “Pulp Fiction”.